La tassazione delle plusvalenze da argento, platino e gli altri metalli preziosi diversi dall'oro: cosa devi sapere
Introduzione
Investire in metalli preziosi è una scelta popolare per coloro alla ricerca di diverse opportunità di investimento. Molti conoscono già la tassazione sulle plusvalenze derivanti dalla vendita dell'oro, ma cosa succede quando si tratta di metalli preziosi diversi dall'oro, come argento, platino, palladio e rodio?
Regime fiscale delle plusvalenze generate dalla vendita di Argento, Platino, Palladio, Rodio
Le plusvalenze derivanti dalla vendita di qualunque metallo prezioso sono considerate plusvalenze di natura finanziaria e sono soggette a un regime fiscale separato.
Questo significa che la tassazione su tali plusvalenze non segue l'aliquota progressiva dell'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), ma viene applicata un'aliquota fissa.
Il fatto che i metalli non auriferi siano assoggettati all'IVA al momento del loro acquisto, non li esenta, come molti pensano, dalla tassazione sulla plusvalenza tranne che in una condizione, di seguito specificata.
Esclusioni
Una circolare del 24/06/1998 del MInistero delle Finanze italiano, relativamente alle plusvalenze realizzate mediante cessioni di metalli preziosi, ha specificato che la normativa sopra menzionata ha posto la condizione che, per essere soggetti alla tassazione, gli stessi siano allo stato grezzo (ad esempio, lingotti, verghe, granuli) o monetato. Di conseguenza, sono esclusi dalla tassazione, in Italia, i redditi provenienti dalla vendita di metalli preziosi lavorati (ad, esempio gioielli, orologi, ecc)
Aliquota fiscale sulle plusvalenze e modalità di calcolo
Dal primo gennaio 2024, con l'entrata in vigore della Legge di Bilancio (Finanziaria 2024) in Italia, le plusvalenze dei metalli preziosi sono soggette a un'imposta del 26%.
Ecco come si calcola la tassazione nei due casi previsti dalla legge, ossia se si è in possesso delle fatture di acquisto (primo caso) o meno, come quando, ad esempio, si è ereditato o ci era stato regalato (secondo caso)
- ho acquistato argento (o platino, o palladio) per complessivi € 1.000 (iva compresa, prezzo documentato dalla fattura di acquisto rilasciata dal rivenditore) e rivendo a € 1.200. Ho maturato una plusvalenza pari a € 200. Dovrò pagare il 26% di 200.
- se non ho la documentazione relativa all’acquisto e/o mi è impossibile rintracciarla, l’agenzia delle entrate prevede che si paghi il 26% del totale incassato. Sino al 31/12/2023 il 26% si calcolava solo su 1/4 del totale incassato
L'articolo 67, comma 1-bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), emanato il 22/12/1986 e attualmente in vigore, stabilisce il regime fiscale specifico per le plusvalenze di natura finanziaria, inclusi i profitti derivanti dalla vendita di metalli preziosi di ogni genere.
Conclusioni
Investire in metalli preziosi può offrire opportunità interessanti, ma è importante comprendere gli aspetti fiscali associati a tali investimenti. In caso di dubbi o domande specifiche sulla tassazione delle plusvalenze da metalli preziosi, puoi sempre contattarci e ricevere tutti gli approfondimenti del caso. Scrivi una email con le tue domande a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure contattaci tramite i riferimenti telefonici presenti in questa pagina del nostro sito
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